La crisi delle relazioni sindacali
Sul versante categoriale inizia a delinearsi la politica di Assicredito di chiudere o banalizzare le relazioni sindacali, fatta propria ovviamente dall'ACRI.
Con sempre maggiore fatica le cinque OO.SS. riescono a definire gli aspetti applicativi del contratto di lavoro, che spesso vengono travisati dalle associazioni datoriali. Un altro tema di grande importanza, sottoposto all'attenzione dei congressisti, è l'accordo sulle R.S.U. definito tra i sindacati confederali. Secondo la FALCRI alcune regole dell'accordo vanno riscritte in funzione dell'insolito schieramento sindacale presente in categoria con l'azione comune di sindacati confederali ed autonomi, sulla base dalla pari dignità fra le 5 organizzazioni. Inoltre, la sempre crescente influenza della politica europea anche sulle scelte nazionali come previsto dal trattato di Maastricht, la cui approvazione suscita in Europa non poche resistenze, specialmente in quei Paesi, come la Gran Bretagna, in cui è più debole la copertura sociale. Infatti allegato al Trattato, il Protocollo sociale fissa dei principi sull'informazione e consultazione dei lavoratori, sull'eguaglianza tra uomo e donna, sulla protezione sociale di lavoratori (da cui , poi, la legge 626/94), su alcuni aspetti della cogestione, sulla rappresentanza e la difesa collettiva dei lavoratori e la loro salvaguardia in caso di disapplicazione del contratto di lavoro. Sulla base di tali presupposti la FALCRI entra a far parte della FIET per partecipare ad una politica di cooperazione tra sindacati europei e mondiali. Infatti la Federation Internationale Employees Tecniciens e Quadres rappresenta oltre 12 milioni di lavoratori europei di oltre 80 sindacati.
La stagione dei rinnovi dei Contratti Integrativi comunque si conclude per la FALCRI in modo positivo in quanto in moltissime Casse di Risparmio si definiscono accordi che garantiscono la salvaguardia normativa ACRI, nonostante l'avvenuta trasformazione in S.p.A. di tutte le Casse stesse. Fa da contesto a tale situazione lo stato di stallo che vive l'Associazione di categoria, sempre più insufficiente ad elaborare una politica per le proprie associate e quindi subordinata ad Assicredito. Ma è il clima complessivo del Paese che inizia a diventare ostile per le banche accusate dall'autorità monetaria di eccessivi costi, ad iniziare da quelli sostenuti per il personale, dagli utenti per l'insufficienza dei servizi e per la scarsa capacità di reggere il confronto delle banche europee. A ciò si aggiunge lo scarso stato di patrimonializzazione e le dimensioni assai ridotte rispetto ai colossi europei e mondiali.
Il sonnacchioso mondo del credito è tutto un fervore di iniziative per progetti di aggregazioni, fusioni, accorpamenti ed incorporazioni anche se ben pochi di essi vanno in porto e, di questi, solo per stato di necessità trattandosi di imprese in crisi. Avvicinandosi la scadenza del rinnovo contrattuale, riprendono corpo le spinte verso l'unificazione dei due contratti di lavoro con estensione di quello Assicredito anche al settore delle Casse. La più grande sfida di quegli anni per la FALCRI è quella di riuscire a salvaguardare gli aspetti distintivi del Contratto di lavoro ACRI che lasciano significativi spazi di trattativa in azienda e quindi attribuiscono al Sindacato Aziendale un importante funzione politica; non è un caso che la tradizione sindacale nelle Casse di Risparmio sia ben più robusta che nelle banche. L'acquisita dimensione concorrenziale delle banche e Casse non consente ovviamente distinzioni su alcuni rilevanti aspetti del rapporto di lavoro quali orari di lavoro e sportello e sulle tabelle economiche ma rimangono le distinzioni su rilevanti aspetti della gestione della forza lavoro quale è la materia degli inquadramenti.