Gli anni 2000
Il CCNL dell’11 luglio 1999 caratterizzò l’intero decennio, poiché il sistema contrattuale subì una profonda revisione della propria impostazione.
La FALCRI, come sindacato autonomo di categoria, dovette elaborare risposte adeguate e puntuali, anche se difficili e di problematico consenso tra i lavoratori, nella consapevolezza che certi processi di cambiamento esplicano i loro effetti positivi solo nel medio e lungo termine, mentre a breve comportano un alto costo sociale, pesante da accettare e da gestire.
Il nuovo CCNL sancì l’affermazione di una politica di sacrifici e di rigore per i lavoratori, di revisione complessiva di normative contrattuali in un’ottica di snellimento e di contenimento ma, oltre a confermare i due livelli di contrattazione, fissò anche principi importanti di nuove relazioni sindacali, specie al livello aziendale dove la FALCRI, per sua natura, eccelleva.
Il Contratto Nazionale dell’11 luglio 1999 ha rappresentato una svolta epocale nelle relazioni industriali del settore del credito.L’unificazione di tutte le banche sotto l’egida di una comune Associazione – l’ABI – comportò necessariamente il passaggio da quattro a due Contratti Nazionali, uno per il personale direttivo e uno per le aree professionali ed i quadri direttivi. La grande concentrazione che viene effettuata, porta ad inevitabili esuberi di personale che vengono affrontati attraverso un’altra importante novità introdotta dal Contratto del ’99: “ Il Fondo di Solidarietà per la riconversione e riqualificazione professionale, per il sostegno dell’occupazione e del reddito del personale del credito”, che nel tempo accompagnerà alla pensione migliaia di dipendenti bancari.
In quegli anni i bilanci delle banche compiono performance molto positive, è il momento dei “ROE a due cifre”, ma il personale rimane in sofferenza, le condizioni di lavoro peggiorano progressivamente, le trasformazioni si susseguono, i piani industriali si avvicendano senza soluzione di continuità e prosegue, inesorabile, l’uscita di lavoratori dal settore tramite il Fondo di Solidarietà. Nel 2008 la mancata firma di un piano di esodi nel Gruppo Intesa Sanpaolo, comporta la fuoriuscita della FALCRI dal tavolo sindacale Unitario, al quale si erano da poco uniti anche il Silicea e Ugl. Il Consiglio Nazionale della FALCRI, a Peschiera del Garda nel febbraio 2009, delibera l’adesione alla Confsal, la più grande Confederazione autonoma. La FALCRI riafferma con forza la propria azione sindacale in un settore dove c’è il rischio che la crisi in atto faccia pagare esclusivamente alle Lavoratrici e ai Lavoratori il prezzo di responsabilità certamente a loro non attribuibili.
In seguito alle risultanze del 17° Congresso Nazionale della FALCRI, tenutosi a Montesilvano nell’ottobre 2010, il Comitato Direttivo Nazionale, riunito a Roma nel gennaio 2011, assume la seguente delibera: “…il Comitato Direttivo Nazionale…in merito alla creazione di un nuovo soggetto politico sindacale che possa coinvolgere altre Organizzazioni Sindacali e al fine di valorizzare il grande patrimonio di idee e valori tipico della tradizione del Sindacalismo autonomo, dà ampio mandato alla Segreteria Nazionale di procedere alla creazione di un nuovo Sindacato in cui confluiscano, come Organizzazioni costituenti, la Federazione FALCRI e l’Organizzazione Sindacale Autonoma SILCEA…”.
Da lì a pochi giorni UNITA’ SINDACALE FALCRI SILCEA diventa una concreta realtà.
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