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Gli anni 90

Il decennio si aprì con una grande lotta dei lavoratori bancari per la salvaguardia dell’area contrattuale di fronte al tentativo della controparte di collocare al di fuori del settore del credito intere aree e servizi affidandole a società esterne.

Le OO.SS., compattamente, riuscirono a sventare tale progetto prevedendo Contratti Complementari che consentivano un utilizzo più flessibile dei lavoratori addetti nei servizi che si intendeva appaltare.

Sul fronte esattoriale, la FALCRI, in vista del riordino del Sistema di Riscossione, acquisì la rappresentanza di tutte le società di riscossione, mentre prima ne possedeva il diritto solo nelle esattorie gestite dalle Casse di Risparmio.
Il tema principale degli anni ’90 fu quello della privatizzazione del settore del credito, non solo con la trasformazione delle Banche a capitale pubblico, ma con la introduzione di una configurazione privatistica volta ad eliminare vincoli ed automatismi contrattuali. Si iniziò dalla scala mobile, il cui meccanismo venne disdettato dalle Associazioni datoriali. Tale avvenimento provocò profond lacerazioni all’interno del mondo sindacale confederale che portò alla c.d. “Politica della Concertazione” che stabiliva l’impegno delle parti sociali confrontarsi, garante il Governo, su salario e costo del lavoro, sistema contrattuale e nuove forme di indicizzazione.

Il CCNL acquisì la funzione di tutela della retribuzione dall’inflazione
, mentre la contrattazione aziendale doveva servire a migliorare le condizioni di lavoro sia normative che economiche. Nonostante quindi le difficoltà in cui il sindacato in generale si muoveva, la FALCRI poté operare efficacemente in un campo ad essa più congeniale: la contrattazione aziendale.