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Le casse diventano SPA

Il 1990 vede inoltre la definitiva approvazione della legge Amato (218/90) che oltre alla trasformazione in S.p.A. delle Banche Pubbliche prevede la obbligatoria iscrizione all'INPS di tutti i dipendenti di quelle aziende (6 Casse di Risparmio e 4 Banche) che avevano dei Fondi pensionistici autonomi.

Questa materia impegna a lungo il Sindacato in quanto vengono creati dei Fondi Integrativi delle prestazioni pubbliche, attraverso appositi accordi. Anche sul fronte esattoriale, in cui la FALCRI vanta una discreta rappresentatività, i problemi sono molteplici essendo applicati nel settore ben tre contratti di lavoro, a seconda della prevalenza nella proprietà dei privati, della banche o delle Casse di Risparmio. In vista del riordino del sistema di riscossione, che si avvia a compimento dopo oltre un decennio di proposte da parte di vari governi, il contratto di lavoro viene unificato e la FALCRI acquista la rappresentanza in tutte le società di riscossione mentre prima ne possedeva il diritto solo nelle esattorie di proprietà delle Casse di Risparmio. L'associazione di categoria ANERT assume, con la sparizione delle esattorie, la nuova denominazione di ASCOTRIBUTI ed acquista una più marcata caratterizzazione di autonomia rispetto al settore bancario. Il tema principale degli anni '90, che il Sindacato si trova ad affrontare è quello della privatizzazione del settore, intendendo con ciò non solo la trasformazione delle banche a capitale pubblico, ma l'introduzione in tutto il settore di una configurazione privatistica attraverso la volontà di eliminare vincoli ed automatismi contrattuali ad iniziare dalla scala mobile il cui meccanismo nel corso del 1990 è stato disdettato dalle associazioni datoriali e successivamente prorogato per legge per l'intero anno 1991. Prendendo spunto da tale avvenimento, che provocherà poi profonde lacerazioni all'interno del mondo sindacale confederale, comincia a prender corpo la politica della concertazione che si è venuta sviluppando proprio in questi ultimi anni.

L'impegno delle sue parti sociali è di confrontarsi, garante il Governo, su salario e costo del lavoro, sistema contrattuale e nuove forme di indicizzazione. Ritornando al settore del credito, la politica delle banche di introdurre elementi di flessibilità nel rapporto di lavoro, si manifesta anche attraverso il collegamento di una quota di salario agli incrementi di produttività aziendale. Il contratto nazionale, in tal modo, acquista la funzione di tutela delle retribuzioni dall'inflazione mentre la contrattazione aziendale deve servire a migliorare le condizioni di lavoro sia economiche che normative. Nonostante, quindi, le difficoltà in cui il Sindacato si muove, la FALCRI può così operare in un campo ad essa più congeniale.

Il Sindacato in azienda acquista sempre più peso essendo diventato l'interlocutore delle Aziende anche su aspetti di tipo organizzativo e strutturale. Infatti l'intera fase di trasformazione delle Casse in S.p.A. è regolamentata da accordi aziendali sulla salvaguardia dei livelli occupazionali, delle condizioni contrattuali e delle posizioni di lavoro dei dipendenti. Il settore vive così in modo del tutto indolore una delicata trasformazione dimostrando una grande maturità nelle relazioni sindacali. Perso l'assetto pubblicistico, le Casse di Risparmio, si accomunano alle banche e pertanto diventa sempre più difficile sostenere la differenziazione dei Contratti di Lavoro Nazionali, che, infatti, tendono sempre più ad omogeneizzare le norme, con una netta prevalenza di quelle contenute nel contratto Assicredito per il maggiore peso che questa Associazione datoriale esercita rispetto all'ACRI. Ma a tal proposito iniziano a diffondersi le voci che prevedono un grande riassetto categoriale con una gestione diretta da parte dell'ABI delle relazioni sindacali, assumendo così il ruolo che la Confindustria esercita per il settore industriale.