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Gli anni 80

Dal Consiglio Nazionale dell’81, iniziò il distacco della FALCRI dalla FLB, poiché erano venute meno le motivazioni ideali del Patto Federativo, soprattutto in conseguenza del superamento della logica categoriale.

Particolarmente ostica era considerata dalla FALCRI la proposta delle altre OO.SS. di modificare il sistema contrattuale degli inquadramenti portandolo a sette livelli funzionali, così come  già operante nel settore dell’Industria e del Commercio.

Dopo l’uscita dalla FLB, la FALCRI condusse la trattativa per il rinnovo del CCNL 9. 5. 83 separatamente dalle altre OO.SS.
Con il nuovo CCNL gli sportelli tornarono ad essere aperti anche nel pomeriggio e gli aumenti economici risultarono così esigui da non coprire neanche per intero il tasso inflattivo. Ciò fu determinato dal fatto che il ruolo dell’ACR (l’Associazione delle CC.RR.) risultava sempre più marginale rispetto ad ASSICREDITO (l’Associazione delle Banche), dove le altre OO.SS. godevano di un’ampia rappresentanza.

Al fine di poter almeno gestire la nuova architettura contrattuale, la FALCRI si determinò a sottoscrivere il nuovo Contratto, sia pure dopo qualche mese dal rinnovo. Nel Congresso Nazionale dell’83, la FALCRI decise di estendere la propria sfera di rappresentanza anche alle Banche sebbene ciò non determinò effetti immediati in quanto la FALCRI, non risultando firmataria del CCNL ASSICREDITO, non poteva ancora organizzare la sua presenza nelle Banche. Pur restando immutata la sigla, la FALCRI divenne Federazione Autonoma Lavoratori del Credito e del Risparmio Italiani.

L’opportunità di ricostituire il rapporto unitario si manifestò nel gennaio dell’86, quando la FALCRI, attraverso una serie di contatti informali con le altre sigle, propose di costruire un rapporto unitario di tipo intersindacale, nascente cioè dalla verificata convergenza sui singoli problemi emergenti e non più di tipo politico come lo era stato quello, ormai tramontato, della FLB.